Competizione e archetipi a danno della scuola. Da articolo di Johan Galtung

Johan Galtung[Rassegna stampa da serenoregis.org] “I segreti del successo della Finlandia con la scuola — e tutto quanto”, articolo di “The Atlantic” del 11 luglio 2013), reca molti messaggi ai lettori USA da quello specifico stato assistenziale. Uno di essi è un sistema scolastico classificato fra i migliori al mondo, senza verifiche standard né affollamenti di tipo sud – ed est! – asiatico, con esami degli studenti limitati allo stretto necessario, con meno enfasi sulla competizione. Ed un altro, strettamente collegato: i finnici hanno un’uguaglianza incredibile e pochissima povertà; e una povertà infantile estremamente bassa. I due punti sono correlati.

L’articolo indica saggiamente la piccola scala e la grande omogeneità come due fattori sottostanti al “successo”, noto pure agli altri paesi nordici.

[...] Donde spunta l’idea? Le idee viaggiano in vario modo. Attraverso lo spazio, da paese a paese, per diffusione. Attraverso il tempo, da generazione a generazione, per trasmissione. E dal basso, da idee più profonde, da archetipi, nelle nostre culture; per isomorfismo, stessa struttura. Forse non riconoscibili a chi vive tale cultura, e ne assume l’archetipo come normale e naturale per cui è protetto dall’insito elemento di sfida da un bassissimo livello di consapevolezza.

Eppure l’esame, il venire esaminati, sottoposti ad esame, a verifica definitiva, ha ovviamente a che fare con il Giorno del Giudizio, quello eterno da parte del Giudice delle Anime nelle religioni abramitiche. Si verificano intere vite, in prospettiva non di “promozione/ bocciatura” bensì di “salvezza-dannazione”, per l’eternità, di cui le vite sono frazioni di secondo. Ovviamente altre religioni ne prendono le distanze. L’induismo: viene data una seconda opportunità con la reincarnazione! Il buddhismo: come rinati! Il cristianesimo cattolico, più morbido, ha il purgatorio e l’intercessione (dei santi, di Maria). Ma è chiara l’idea generale: una rapida verifica per valutare qualcosa di poco duraturo – come la scolarizzazione – per qualcosa di molto duraturo – come il resto della propria vita; apporre uno stampo indelebile sulla persona.

Lo schema isomorfico, da struttura simile, è un meccanismo molto possente. Ci si sente al sicuro, anche se magari non piace; quel Giorno è temuto mesi, anni in anticipo; il giudizio lodato o condannato. Ma lo schema persevera, ovviamente sostenuto specificamente dai veri credenti, fondamentalisti che sentono nelle viscere ciò che è in palio.

Autorità definitiva, nulla di meno. Gli insegnanti, i professori diventano giudici, come Dio. A qualcuno piace. Ma in essenza sono a servizio di qualcosa che li oltrepassa, lo Stato, con il monopolio non solo della forza, ma anche degli esami. Sparissero gli esami, sparirebbero anch’essi può darsi che pensino.

[...] Competizione e verifiche hanno serie ripercussioni.

Ci sono vincitori e sconfitti; la diseguaglianza viene istituzionalizzata, anzi premiata. Qualunque competizione è un conflitto per un obiettivo da poco, vincere; più c’è competizione più c’è conflitto irrisolto.

La disuguaglianza ha serie ripercussioni.

Quanto più la società è disuguale, tanto meno si ha partecipazione positiva dal basso. Quelli cui si dice che non valgono possono crederci. Più la società è disuguale, meno capacità c’è di risolvere i conflitti; la distanza sociale è troppa perché stiano allo stesso tavolo. I conflitti si fanno protratti, suppurano, peggiorano, colpiscono il corpo sociale.

Non si nega che la competizione possa stimolare qualcuno a dare il proprio meglio; ma si nega d’altronde che ciò non possa avvenire in competizione con se stessi, senza produrre conflitti irrisolti e disuguaglianza insormontabile. Ognuno ha spazio per migliorare se stesso, ma può aver bisogno di consigli, anche per non diventare troppo ambizioso. La competizione con altri conduce al conflitto; con se stessi può condurre alla frustrazione, magari con un aggressività più introversa.

[...] La cooperazione distribuisce buone idee; la competizione le rende proprietà privata, monopoli, segreti, favorendo lo spionaggio. La cooperazione con auto-miglioramento e aiuto reciproco a tal fine rende una società alquanto gradevole, con alti tassi di felicità. Come la Finlandia.

15 luglio 2013 – TRANSCEND Media Service

Versione originale: Competition, Cooperation and Archetypes

http://www.transcend.org/tms/2013/07/competition-cooperation-and-archetypes/

Traduzione di Michelangelo Lanza per il Centro Studi Sereno Regis. Per articolo intero:

http://serenoregis.org/2013/07/22/competizione-cooperazione-e-archetipi-johan-galtung/

http://it.wikipedia.org/wiki/Johan_Galtung

Johan Galtung (Oslo24 ottobre 1930) è un sociologo e matematico norvegese, fondatore nel 1959 dell’International Peace Research Institute (PRIO) e della rete Transcend per la risoluzione dei conflitti.

È uno dei padri della peace research (o peace studies). Le sue opere ammontano a un centinaio di libri e oltre 1000 articoli. Le istituzioni internazionali si sono spesso rivolte a lui per consulenze tecniche in fatto di mediazioni di conflitti.

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