Come un romanzo. Uno spunto per parlare di dislessia

come un romanzo[di Mariapaola Bianchini] Ho letto “Come un romanzo”, di Daniel Pennac, nei primi anni di università. Casualmente. Ne parlava la mia proferessa: lei, proprio lei, che mi avrebbe avvicinata da lì a poco al bellissimo lavoro che faccio, nel mondo della dislessia. Romanzo di riflessione sulla parte emotiva della dislessia, quella di cui si parla meno ma che è fondamentale a decidere le direzioni del problema, a tracciare cambiamenti o accompagnare piano piano negli abissi. La motivazione alla lettura.

“Come un romanzo” è un saggio in cui sono presentate circa milletrecentocinquantaquattro motivazioni  sull’importanza della lettura nella nostra vita. Leggendo si cresce, si riflette, si conosce, si sogna, ci si emoziona, si fantastica, si immagina, si sviluppa senso critico, si impara a scrivere, ecc. ecc. Noi adulti abbiamo il bisogno  di passare ai più piccoli questo “dogma”, come un’eredità preziosa.  Intenzione nobile, ma spesso accade che si utilizzano modi  non funzionali, con il rischio di fare altrettanti milletrecentocinquaquattro errori. Segue quindi la bella riflessione su modi nuovi di presentare la lettura ai figli, agli allievi, a piccoli amici, a giovani pazienti. E questo è il vero tema del saggio: convincere che solo coltivando nei bambini e nei ragazzi entusiasmo, emozione, curiosità, condivisione, accadrà il miracolo di far nascere nuovi lettori.

Torniamo alla dislessia, che per motivi neurobiologici impedisce di leggere correttamente. Ci pensate, se voi non sapeste leggere correttamente? Se foste lenti, imprecisi, impossibilitati quasi a leggere un romanzo ? Frustrante eh?! Quante cose vi perdereste, che aggiungono valore alla vostra vita.  In realtà le soluzioni, per chi non demorde e non si lascia condizionare da un difetto, ci sono. La più semplice e veloce è alfa reader, uno dei tanti traduttori vocali che si trovano in commercio. A scuola è un’ottima risorsa: basta scannerizzare il testo ( o scaricare direttamente il libro nel formato digitale) e la voce computerizzata legge. Ma con un romanzo? E qui sta la riflessione che ho sentito di voler condividere da una mia esperienza personale.

Sto rileggendo “Come un romanzo” insieme ad una persona giovane che ha la dislessia. Io leggo per lei e lei ascolta; a tratti ci fermiamo per commentare, o per sorridere, o per esprimere noia, o qualche altra emozione. E’ una bella esperienza: somiglia alla magia di cui Pennac stesso parla nel saggio, a proposito del triangolo che si crea nella lettura condivisa tra lo scrittore, il genitore che legge e il bambino che ascolta. Tre menti che incontrandosi, creano nuove alchimie e nuovi mondi. Questo è l’entusiasmo necessario per appassionare alla lettura, anche quando la lettura è difettosa. Occorre creare le condizioni giuste, ad esempio organizzare più spazi di lettura in libreria e nelle biblioteche, informare i genitori, creare gruppi a scuola. Appassionarsi insieme. L’interazione umana è quel valore aggiunto che costruisce motivazione,  restituisce piacere.

4 Risponde a Come un romanzo. Uno spunto per parlare di dislessia

  1. Valentina 4 aprile 2014 a 18:56

    Guardate la regione lombardia che ha fatto:
    http://www.retedeldono.it/cresce-chi-legge

    Rispondi
  2. Valentina 4 aprile 2014 a 18:23

    Anche io con gli alunni dislessici ho dei sani e profondi scambi.a me é capitato di leggergli qlc, a loro é capitato di donarmi prevalentemente dei magnifici disegni.hanno un senso artistico non comune e una sensibilità fuori dalla norma.a volte appaiono demotivati, altre volte svogliati…..forse sono semplicemente fuori luogo?!!, o fuori senso?!! Con gran fatica, ottengono dei risultati discreti anche nella lettura e scrittura. Cara nina anche io come te seguirò il consiglio di mariapaola dedicando più tempo alla lettura con e per loro.ciao ad entrambe

    Rispondi
  3. Valentina 4 aprile 2014 a 18:11

    Cara mariapaola grazie per aver messo a disposizione di tutti le tue informazioni professionali, frutto di studi e di prime vere esperienze e di aver condiviso i tuoi momenti di crescita interiore e morale.condivido pienamente la necessità di creare maggiori opportunità di lettura per grandi e soprattutto per i più piccini sia in librerie in bibioteche in nidi in ludoteche e non solo a scuola o a casa.é un impegno della collettivitaà badare alla sana crescita dei futuri adulti.un abbraccio

    Rispondi
  4. Nina Iadanza 28 marzo 2014 a 6:44

    Grazie, come sempre, per gli spunti di riflessione che offri.
    La lettura condivisa è una esperienza molto importante e formativa alla quale non sempre dedichiamo il tempo dovuto, anche nel nostro lavoro di insegnanti.
    Le occasioni per interagire ed appassionarci insieme davanti a una bella pagina non sono mai troppe, anche se i tempi sono tiranni.
    Allora vorrà dire che cercherò di leggere di più con gli alunni, soprattutto con quelli che hanno qualche difficoltà in questa abilità.
    Nina Iadanza

    Rispondi

Rispondi a Nina Iadanza Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>