Hai mai abbracciato un albero? Silvoterapia e benessere

abbracciare alberi[di Bianca Lopez da Pirati e Sirene] Sei triste? Hai avuto una brutta giornata o hai bisogno di energie positive per incominciarne una impegnativa? Vai ad abbracciare un albero. No, non ti stiamo prendendo in giro, anzi, tutto il contrario, perché il contatto diretto con gli alberi è davvero un’infusione di benessere e  c’è una vera e propria terapia che si basa su questo presupposto e affonda, è il caso di dirlo, le sue radici nelle pratiche condotte dai sacerdoti celti.

La silvoterapia (dal latino silva che significa bosco, selva), anche nota nel mondo anglosassone come ‘tree hugging(letteralmente ‘ abbracciare gli alberi‘), si basa sull’idea, sostenuta anche da evidenze scientifiche, per cui la prossimità fisica, o meglio ancora il contatto con gli alberi possa garantire una maggiore condizione di benessere psico-fisico grazie all’energia trasmessa da queste grandi piante al nostro organismo e all’elevata presenza di ioni negativi in spazi boschivi.

Le origini di questa terapia, sono legate alle antiche pratiche e credenze che rintracciavano aspetti magici e religiosi negli elementi naturali, con i quali appunto si entrava in relazione. Il benessere che ne deriva era infatti ben noto ai sacerdoti celtici che praticavano questa speciale arte terapeutica in grado di conferire un’immediata sensazione di sollievo.

La tecnica è molto semplice: si appoggia la schiena al tronco, si sistema il palmo della mano destra sul plesso solareche corrisponde alla bocca dello stomaco e il dorso della sinistra a contatto con i reni. In questa posizione, si fanno respiri lenti e profondi per venti minuti circa.

I Celti attribuivano ai vari alberi una particolare virtù, per cui la betulla, ad esempio, simboleggiava la rinascita e la purezza. Il frassino era considerato l’albero della vita e dell’iniziazione mentre il biancospino permetteva di fare un viaggio dentro di sé e avere l’intuizione.

L‘ontano invece dava il potere della conoscenza del futuro e il sorbo selvatico la magia e veniva considerato protettivo verso gli influssi negativi;  il salice simboleggiava la luna e quindi anche la donna e il nocciolo permetteva di conoscere il futuro e donava saggezza, così come la vite.

L’agrifoglio poi proteggeva dai nemici ed era beneaugurante (e da qui il simbolo natalizio del bacio che porta fortuna per l’anno nuovo) mentre l’edera indicava le risorse interiori e la ricerca interiore.

Infine la quercia era l’immagine della forza e della capacità di vincere e il giunco le forze esterne a cui si deve soggiacere.

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3 Risponde a Hai mai abbracciato un albero? Silvoterapia e benessere

  1. laura lombardi 27 aprile 2014 a 22:04

    …mi è capitato per caso alle Seychelles, nella Valle de Mai a Praslin ho sentito il bisogno di abbracciare una di quelle palme uniche al mondo da cui nasce il coco de mer…un albero enorme con un tronco vitale…la sensazione è stata subito di un’enorme energia!

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  2. franca 27 aprile 2014 a 19:55

    ….si rischia di esser presi in giro ma non importa, vale la pena farlo, il problema piuttosto è nella nostra resistenza all’idea dell’abbraccio, una volta superata, io consiglierei la mattina e a piedi nudi, occhi chiusi, vuoto mentale, è veramente terapeutico, franca

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  3. Mariapaola Bianchini 27 aprile 2014 a 12:29

    Si, io l’ho abbracciato. Il mese scorso durante una passeggiata a villa Ada ho incontrato il mio albero (Maria Sonia Baldoni nel corso di un laboratorio mi ha rivelato essere quello di castagno). Ho colto al volo la possibilità di entrare in contatto fisico-meditativo con lui. Non è stato facile dato il contesto: non ero in un bosco, intimo e riservato, ma in un parco trafficato, con gente che guardava l’inusuale gesto. Ma sono riuscita ad isolarmi con il pensiero e ad avviare un’esperienza di mindfulness, che momento rigenerante!! E’ vero tutto ciò che suggerisce l’articolo: il contatto avvolgente con l’albero fa passare energia e rigenera il respiro. Se poi si ha l’opportunità di riconoscere ed abbracciare il proprio albero, l’esperienza di mindfulness permette di sentire la parte più intima e vera di sè, con benefici terapeutici. Io proporrei di provare, da soli o anche in compagnia, in uno dei prossimi incontri in spazi verdi.

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