Come il ritrovo San Bernardino di Lioni promuove aggregazione: il libro di Emilio De Roma.

emilio-de-roma-bar-san-bernardino[di Franca Molinaro] Sabato 26 aprile, al San Bernardino, caffetteria ritrovo di Lioni, si è tenuta la prima del libro di Emilio De Roma, “Sul sentiero dei ricordi, L’ascolto nel silenzio”, La Bancarella Editrice, in concomitanza con l’inaugurazione della personale pittorica del maestro Angelo Ambrosone.

La serata, come già le precedenti, è stata occasione di incontro, di scambio culturale, di riflessione. Il romanzo storico di De Roma è stato lo spunto per parlare con semplicità dei grandi quesiti che l’umanità, da sempre, si pone: chi siamo, dove andiamo, qual è il senso della vita. Domande a cui il professore non ha la presunzione di dare risposta ma suggerisce il metodo per poter giungere a una qualche intuizione.

Il racconto storico, pregno di valori ormai in declino, mette a nudo l’onestà, la correttezza, la grande carica di umanità che l’autore porta dentro di sé. A indagare profondamente nel contenuto del testo è stato Nunzio Lucarelli psicologo psicoterapeuta che, con la sua straordinaria capacità di ascoltare e comprendere costituisce un valore aggiunto del Centro di ricerca La Grande Madre. Non è mancata la voce e la chitarra di Gerardo Lardieri, studioso delle melodie del Sud, attento ai moti dell’animo, ai sentimenti che la musica sa stemperare e condividere.

A curare la parte tecnica è Nicola Guarino, dell’Associazione Arteuropa, architetto, pittore e poeta malinconico, amante nostalgico della sua Teora che irrimediabilmente ha cambiato volto. Il maestro Ambrosone ha apportato il suo contributo illustrando la sua pittura astratta, pregna di soffusa malinconia ma di una perfezione tecnica e cromatica oltre i limiti dell’immaginabile. L’ottima tavola di Antonio Pica e della sua magnifica e dolcissima Anna, irrorata dal Fiano di Emilio De Roma, hanno contribuito a rafforzare il clima di convivialità che difficilmente si riscontra nelle serate culturali.

Il nostro mecenate Antonio Pica (titolare del Bar San Bernardino di Lioni), già da anni conosciuto attraverso l’Associazione “Fateci respirare”, non ha eguali in provincia ma sicuramente anche fuori, ci accoglie sotto il suo tetto, gratuitamente e ci ospita per il piacere di far nascere cose nuove, per la consapevolezza che bisogna creare afflato tra gli artisti e i letterati, spesso altezzosi e pregni di un marcato sé. Da Tonino, come per magia, pittori, scrittori, poeti, si incontrano svestendosi di ogni presunzione, si confrontano misurandosi con le proprie competenze e con l’impegno costante di abbassare la guardia e sentirsi parte del tutto.

Personalmente sono fiera di far parte di questo gruppo un po’ informale e sono soddisfatta che il Centro di ricerca La Grande Madre abbia contribuito, col suo potenziale umano e artistico, alla riuscita di questa esperienza innovativa. L’idea originaria di Antonio Pica era proprio questa, accomunare le diverse competenze per far nascere cose nuove, lungimirante come è, aveva già chiari i risvolti di una simile attività.

Partì due anni fa con una mia personale pittorica antologica, e con la presentazione del mio testo “Menesta asciatizza”, da allora, mensilmente son passati pittori e scrittori provenienti anche dalla vicina Basilicata e Puglia, ognuno ha portato in cuore un eccellente ricordo dell’Irpinia e della sua gente, dei luoghi che Tonino, da brava guida, fa visitare. Il Goleto, i castelli, le chiese, i santuari, la montagna, sono stati i luoghi che ha proposto e fatto conoscere a chi è venuto da fuori e a chi, pur essendo irpino, non aveva mai visto.

“L’energia dell’arte”, come aveva suggerito il piccolo Victor Pica, ha dato i suoi frutti svestendosi della presunzione che solitamente ci accompagna e indossando vesti miti di rispetto e condivisione. L’impegno di Tonino corrisponde agli stessi principi su cui si basa il nostro Centro di ricerca: condivisione, umiltà, rispetto, riconoscimento del lavoro altrui, valorizzazione del territorio e della sua gente, delle specificità che i luoghi offrono. La soddisfazione più grande, per chi organizza una serata, è quella di veder tutti serenamente insieme, sarà il vino, sarà il cibo, sarà la musica, sarà la semplicità e l’onestà con cui le persone si approcciano, certo è che a fine serata, tutti, indistintamente, anche il meno avvezzo alla convivialità, avvertono una corrispondenza positiva e una nuova carica per affrontare l’indomani e le brutture che intorno aggrediscono continuamente.

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