Mettete che una mostra… Rosso immaginario, i vasi di Caudium

rosso immaginario[di Stefano Campese] Rosso Immaginario, la mostra dei crateri del IV – V secolo A.C. ritrovati in Valle Caudina, al Castello di Montesarchio fino al 30 settembre 2014, sta avendo un grande successo di pubblico. Vale la pena andarci, per chi non lo avesse ancora fatto, per vedere i vasi e per le tecnologie utilizzate ed applicate all’esposizione. 

Mettete che andate a vedere una mostra. Che ve ne hanno parlato bene. Che ci andate senza tante speranze. Che la parola eventi vi dà fastidio solo sentirla pronunciare.
.
Mettete che la mostra è nel castello di Montesarchio (Bn), che è stato un carcere borbonico. Che per arrivarci si passa per un paio di tornanti. Che in uno di essi qualcuno ha scritto: ti amo cucciola(chissà se lei lo amava, se si amano ancora).
.
Mettete che, arrivati là sopra, vi fermate a guardare il panorama della Valle Caudina. Che sarebbe anche bello se non fosse che però… e però… e però… Che, seguendo la freccia che indica il museo, considerate l’insanabile contraddizione di epoche diverse, tra il costruito per rendere inaccessibile e il costruito per rendere accessibile.
.
Mettete che un signore, all’entrata, con molto garbo, vi dice: “E’ vero, il museo chiude alle 19,00, ma si può entrare fino alle 18,15. Ma, se fate presto, riuscite a terminare il percorso”. (l’avviso attaccato alla porta e l’orologio dicono che non potreste entrare). Vi indica l’inizio del percorso e il libro dei visitatori dove, alla fine, se volete, potete lasciare un commento. Rimanete perplessi: avete l’impressione che gli faccia piacere se visitate la mostra.
.
Mettete pure che si entra gratis. Poi non mettete più niente (mi sono scocciato io di scriverli questi mettete figuriamoci voi quattro che li leggete) anche perché siete dentro. Una voce guida vi prende in carico; vi introduce in un mondo i cui tempi sono coniugati al passato. I vasi, crateri a figure rosse del V – IV secolo a.C., sono davvero belli e già questa è una scoperta. Ma non è solo come guardare un oggetto che è bello e poi passate avanti. C’è la musica. Ci sono le luci che li illuminano, in tutto o in parte; che mettono in risalto le figure o particolari che facilmente non avreste notato. Che proiettano immagini sulle pareti e direttamente sul vaso (minimapping). C’è la voce che dà il nome alle figure, che svela il significato delle scene.
.
Come se fosse un fumetto, i vasi, che servivano da corredo funerario, si animano, prendono vita, raccontano storie che poi sono storia, la vostra storia, la storia dei luoghi dove siete nati e cresciuti. Allora Efesto che costruisce il trono che imprigiona Era; Afrodite che tradisce Efesto che è brutto con Ares che è bello; Elettra che piange per la morte del padre, che vendica il padre insieme al fratello Oreste, uccidendo la madre e il suo amante Egisto; Trittolemo sul carro alato che insegna a coltivare il grano; Filottete abbandonato da Ulisse su un isola perché gli puzzava un piede; Ulisse che va a riprendere Filottete perché gli avevano predetto che senza di lui, che aveva l’arco e le frecce di Eracle, non avrebbe potuto prendere la città di Troia.
.
Così, persi in queste storie, uscite dalla mostra e parte il flashback. Vi vengono in mente altre cose. Il vaso di Asteas con Europa sul toro. Un signore con la barba lunga, il basco verde e una vecchia borsa di pelle che girava a piedi per la Valle Caudina. Faceva l’archeologo e sembrava che avesse sempre delle pietre in tasca.
.
Uscite dalla mostra che è ancora giorno e rivedete il paesaggio della Valle Caudina ma, stavolta, è più bello di prima.
.
Tutte le informazioni sulla mostra al seguente link.

-
Articolo originale dal blog di Stefano Campese:
http://stefanocampese259.blogspot.it/2014/05/mettete-che-andate-vedere-una-mostra.html

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>