Si può diventare artisti della propria vita, imparando a non delegare? Esordisce il N.I.N.A. con Sofia Maglione

Arte inclusiva delle competenze del fruitore creativo: eliminare le barriere tra organizzatori, artisti e spettatore.

[di Tullia Bartolini] Casa di Nina e Alessio, a Cautano, ha una vista meravigliosa ed è piena di ricordi, di memoria.
Il 27 settembre 2015 sono stata ospite, assieme a tanti amici, della loro Casa Galleria Fiera: alle pareti, i quadri di Sofia Maglione – artista santagatese – in mostra fino al 4 ottobre.

Un libraio indipendente (Alessio) e un’insegnante (Nina) hanno aperto i propri spazi privati e dato vita al N.I.N.A. (No Inclusione No Arte), un luogo d’arte inclusivo delle competenze del fruitore: l’idea è quella di eliminare le barriere tra organizzatori, artisti e fruitori. Ognuno dei partecipanti (oltre all’artista Maglione, che ha inaugurato il progetto con la sua mostra ‘Sguardi’) ha portato un dono, qualcosa di sé: una competenza artigianale, del cibo, un’esperienza di laboratorio.

NINA con Sofia Maglione2Personalmente, ho cercato di godermi la serata di fine settembre, col fresco che c’era e la buona energia che si respirava in quel luogo aperto. Dove l’arte era forse un pretesto, eppure permeava di sé tutti gli angoli della casa. Insomma, la domanda che mi sono posta è stata: si può diventare ‘artisti’ della propria vita, imparando a non delegare? E’possibile imparare il senso e il ruolo della creatività, farne qualcosa di più, forse un viatico per la nostra esistenza?

La verve di Alessandro Paolo Lombardo ci ha tirati dentro un gioco di ristrutturazione del linguaggio, con le sue interviste surrealiste. La stessa Sofia Maglione, presente con le sue opere, ha “raccolto gli sguardi” di alcuni dei presenti, regalando alle tele immagini poetiche e piene di maestria.

NINA con Sofia Maglione25Mariapaola Bianchini ci ha fatto rilassare con il laboratorio di ‘coloring book’, il colorare antistress; e devo dire che è servito. Sono tornata a casa con la consapevolezza che, dare colore a un mandala, equivale a costruire un progetto il cui disegno, nella sua interezza, nel suo significato esatto, apparirà solo dopo.
Non bisogna aver fretta, né cedere alla fatica e all’impulso di ‘chiudere’: la costruzione di sé è un lungo percorso, l’individuazione richiede costanza.

I clown Split e Mecala ci hanno ricordato che serve pure ridere e guardare al mondo con l’atteggiamento scanzonato dei clown; Carmine Di Fronzo e Lucia Nogara, che hanno scelto di lasciare Napoli per vivere in campagna e dedicarsi all’autoproduzione, hanno proposto il loro pane lavorato con grani antichi, secondo la tradizione.

Voglio anche ricordare l’ottimo riso nero cucinato per noi da Peppe De Rienzo: una gioia per il palato, come tutto il cibo portato da casa. Insomma: una serata ‘aperta’ alle competenze dei visitatori, che ha saputo contaminare benessere psichico e alimentazione sana, passando per gli ‘sguardi’ perturbanti di un’artista talentuosa.

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N.I.N.A. | No Inclusione No Arte | CasaGalleriaFiera | Cautano.
Luogo del fruitore creativo, per un’arte inclusiva della competenza del cittadino e dell’economia fisica.
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Presso uno spazio privato, la casa di un’insegnante e di un libraio indipendente, in una piccola località del Sannio beneventano, prende forma il “N.I.N.A. – No Inclusione No Arte – CasaGalleriaFiera”, un luogo del fruitore creativo, dove si abbatte la barriera tra attore e spettatore e tra arte ed economia fisica.
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“CasaGalleria” perché, in nome della relazione corta, nell’intento di affrancarsi dalle figure intermediarie tra artista e fruitore, come luogo per mostre, si utilizza uno spazio privato e quotidiano, un’abitazione in quanto competenza del cittadino da includere che può caratterizzare l’esposizione e la fruizione delle opere.
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“Galleria/Fiera” perché, tramite un’arte inclusiva dei fenomeni microeconomici, rappresentati nell’evento dalle competenze proposte dai fruitori creativi, il mondo artistico può dialogare con l’economia reale e con la crisi del modello di sviluppo occidentale: un’arte testimone dei rivolgimenti epocali in corso.
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“Cautano” perché dai territori, luoghi della ruralità e dell’esperienzialità, a differenza delle aree metropolitane, giungono segnali di un cambiamento che, anche tramite un’attitudine non delegata della fruizione artistica, concorronoal consolidamento della cittadinanza economica e giuridica svolta in prima persona.

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Al N.I.N.A., infatti, accade che, insieme alla mostra dell’artista, in modo rappresentativo, anche alcuni fruitori condividano una propria competenza artistica o artigianale capace di cambiamento o che propongano un cibo, una bevanda per il buffet dell’evento.
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Pertanto, insieme alla performance artistica sono previsti micro laboratori e banchetti per esporre autoproduzioni, come cosmetici naturali, monili, ceramiche, foto artistiche… ma anche, marmellate e ortaggi.
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Un approccio che rende tutti coautori dell’evento e fruitori l’uno dell’altro, consentendo all’opera d’arte di rinascere a ogni fruizione nel suo essere inclusiva della competenza di chi osserva, ma anche del mondo reale in crisi, infrangendo le tradizionali barriere che tendono a separare l’arte dalla vita di tutti i giorni.
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Il N.I.N.A. | No Inclusione No Arte | CasaGalleriaFiera | Cautano.
Via Saverio Zarrelli n 3/A, Cacciano – Cautano (Benevento) – Telef. 333 8712 027.

Leggi anche:
Nasce il N.I.N.A. Luogo per il fruitore creativo.
Sguardi. Mostra di Sofia Maglione con fruitori creativi. 27 settembre 2015, al N.I.N.A. (No Inclusione No Arte), CasaGalleriaFiera.

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Una risposta a Si può diventare artisti della propria vita, imparando a non delegare? Esordisce il N.I.N.A. con Sofia Maglione

  1. nina iadanza 5 ottobre 2015 a 14:41

    Grazie, Tullia, per il tuo sguardo.

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