Auguri d’Arte: Nicola Sguera con René Char

da wikipedia:

René Char (L’Isle-sur-la-Sorgue, 14 giugno 1907 – Parigi, 19 febbraio 1988) è stato un poeta francese.

Autore di diverse poesie, tra cui Il martello senza padrone (1934), nella quale l’autore riflette la sua esperienza surrealista, e Fogli di Hypnos (1946), opera consistente in brevi e fulminanti riflessioni ispirate dall’esperienza partigiana, vissuta personalmente da Renè Char (col soprannome di Capitano Alexandre) nell’ambito della resistenza francese, conosciuta dal pubblico italiano grazie alla traduzione di Vittorio Sereni.

Alcune opere dell’autore sono raccolte nel volume Poesie e prose scelte edito nel 1957.

La sua opera poetica ha suscitato notevole interesse anche da parte del poeta ebreo di lingua tedesca, Paul Celan, il quale dedicò a Renè Char una delle sue più celebri poesie, intitolata Argumentum e silentio, incentrata sul senso della parola poetica come parola di resistenza.

Una risposta a Auguri d’Arte: Nicola Sguera con René Char

  1. Nicola Sguera 2 gennaio 2010 a 9:42

    Paul Celan – Argumentum e silentio

    In catene
    tra oro e oblio:
    la notte.
    Entrambi bramarono afferrarla.
    A entrambi concesse tempo.

    Posa,
    posa anche tu là, quanto
    accanto ai giorni vuol nascere col crepuscolo:
    la parola seguita dagli astri,
    inondata dai mari.

    A ciascuno la parola.
    A ciascuno la parola che gli cantò,
    quando la muta gli piombò addosso -
    a ciascuno la parola che a lui cantò e impietrì.

    Ad essa, alla notte, la parola
    che gli astri accompagnano e i mari inondano,
    ad essa la parola avvinta dal silenzio,
    cui il sangue non gelò, quando trafisse
    le sillabe quel dente avvelenato.

    Alla notte la parola guadagnata al silenzio.

    Contro quelle altre che presto
    - sedotte e violentate da orecchie prostituite -
    anche sul tempo e i tempi s’ergeranno,
    essa infine sarà testimone,
    infine, quando solo catene risuonano,

    testimone della notte, che lì giace
    tra oro e oblio,
    sorella di entrambi, da sempre -

    Poiché, dimmi, dove mai
    vi sarà crepuscolo, se non in lei,
    dove scorre la sua lacrima, che mostra
    ai soli che s’immergono, la semina,
    ma di volta in volta?

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