e allora mambooo, no scusate, tango

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ok vabbene. sono passati 26 giorni. per una settimana non ho dormito ne mangiato. ho preso un centinaio di caffè e duemila sigarette. per due o tre giorni ho puzzato. e ci credo, sfido chiunque. poi sono uscito. ho conosciuto un paio di ragazze di cui una di trent’anni che mi ha anche detto che sono carino. poi un paio di botte al cuore, ma di quelle pesanti.  depressione e degrado corporale. poi mi sono reso conto che avevo ancora la macchinetta fotografica e mi sono messo a scattare, mentre tutti quanti

-sai alessà mi dispiace

e io, pure  a me

-vedrai che passerà

e io, lo spero

e così via. poi viene ieri, cioè il ventisette gennaio. vado a fare le fotografie ad uno spettacolo di tango. qualche tempo fa avevo intenzione di comprare due biglietti, ma il lutto* me lo ha impedito. e quindi ci sono andato solo. mi sono innamorato di tutte le ballerine. voglio imparare a ballare il tango, anche perché in improvvisazione sono davvero il massimo. e poi basta solo camminare, cioè non è che si deve camminare, ma è solo che non esiste miglior passo di quello della camminata, per il tango.

e cingo la schiena della mia ballerina. la stringo a me. gli sguardi volano, le labbra semichiuse lasciano uscire un dolce alito che si mischia al mio. le stringo la mano sinistra, mentre le note della fisarmonica iniziano a non esistere più.

non guardarmi, qualcuno potrebbe sentire.

la guido, perché è questo il ruolo dell’uomo nel tango, e lei mi segue incondizionatamente. si fida. con il mio corpo le chiedo di spostarsi a destra, poi a sinistra. e lei senza battere ciglio mi segue. si morde le labbra. socchiude gli occhi. le bacio il collo. e ad un tratto la musica si fa più pressante

tara-ttatta-tta-ttara – ttara- ttattà- tta-ttara……

lei si allontana. Io mi avvicino, è un rincorrersi. un lascia e piglia. la costringo a me. le sfioro le dita delle mani ed è di nuovo stratta a me.

-scusa devo passare.

eh?

-scusami devo andare in bagno.

maledetto bagno e maledetti vecchi.

scatto l’ultima foto.

sono io.

*il lutto, si. niente di preoccupante. è solo finita una storia di 7 anni

2 Risponde a e allora mambooo, no scusate, tango

  1. Alessio Masone 12 febbraio 2011 a 16:52

    Le tue foto e le tue parole ci catapultano in altro mondo, quel mondo che, a occhi nudi, senza l’artista, non riusciamo a scorgere.
    Ci emozioni il blog.
    Alessio Masone

    Rispondi
  2. Anna Rita 28 gennaio 2011 a 19:12

    bellissimo post, mi piace come riesci a fotografare con le parole gli stati d’animo, certo ci sarebbero tante riflessioni da fare ma non è il caso, il dolore fortifica ,rende, a volte, immuni da altre delusioni, forse si diventa più disincantati, forse più pessimisti, ma è la vita e va accettata in tutte le sue molteplici “rappresentazioni”
    Belle foto riflettono una sensibilità non comune nel cogliere gli elementi più particolari del momento impresso…. mi piacciono molto i giochi di luce!!! inoltre il B/N rende molto l’atmosfera!!!

    Rispondi

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