L’isola che c’è. Procida e i limoni del baratto

procida3-brunella-severino[di Brunella Severino] La solidarietà non conosce crisi, al contrario crea giorno per giorno, fantasiose e provvidenziali risposte ai bisogni, mentre rammenda le maglie di una rete sempre più  lacerata, delle dolorose umane vicende, che annegano nei picchi profondi di questa società fallita.

Il volontariato, la solidarietà, il dono: presenze antiche, di colorate divise che rassicuranti hanno tracciato il soccorso e l’assistenza nel buio della sofferenza. Oggi però io ho visto altri colori, solari, di arancio e giallo, come i tramonti che sfumano il mare di questa mai isola. I colori dei limoni, delle arance e mandarini che ne annunciano il profumo. La prima volta che sono sbarcata a Procida nel caratteristico porto, man mano che guadagnavo le strette vie, assaporavo l’intenso e sensuale profumo di zagare in piena esplosione. E’ stato allora che i miei sensi si sono innamorati di questa vulcanica irresistibile terra. E’ stato allora che il mio cuore è stato rapito e accomodato nel “sentirsi a casa”, nel quieto battito che si sintonizza sui ritmi di questi luoghi incantati, e non vuole smettere di  segnare il tempo sospeso dello star bene, di ritorno e pace dell’anima che si è ritrovata  nel suo contorno di origine.

Il mare innamorato di questa terra, le restituisce i suoi profumi, in una danza d’amore che non distingue più il sapore dei suoi umori, né quelli delicati dei frutti di lei. Entrambi ti avvolgono e ti segnano del codice genetico tramandato da generazioni, che rende i procidani unici al mondo, esploratori di mondi lontani che annuiscono al loro desiderio di tornare a casa. E’ questo che respirano i tuoi sensi se sai aprirli a quest’isola che ti lega a sé stregata e ti maledice di nostalgia quando la lasci. Una madre, amante, figlia che lancia il suo incantesimo per richiamarti a sé. Solo se la conosci nel suo intimo puoi capire l’amore per lei. Io ho tracciato nel mio cuore  un ponte che mi culla dei suoi ricordi, fino a quando posso farvi ritorno; un ponte di legami, di inventate tessiture che rinnovano la mia appartenenza  a questa casa.

E questo ponte è costruito con idee di continuità tra me e i procidani, gente di solidi valori e sentimenti, che se ti apre il cuore, fa spazio anche a te e ti offre il suo azzurro mare, le  sue nere rocce, i suoi orizzonti da disegnare ancora nelle tue navigazioni, la sua semplice quotidianità che ha fatto cultura, narrata da scrittori, artisti e registi. Tanti ciack hanno preso a prestito i suoi colori e sapori, quadri naturali che sbucano a sorpresa mentre percorri il dedalo di case, scalinate, archi, cortili, lasciando apparire  scorci di orti o squarci in lontananza, di quel turchino di cui non ti sazi mai lo sguardo e l’anima.

procida4-brunella-severinoTutto questo l’ho racchiuso nel mio scrigno ed oggi lo voglio condividere con voi, per  raccontarvi in una foto, il profumo dei mandarini dell’orto di Michele sulla Starza, a Villa Giulietta, tramandato dal suo bisnonno, dove Davide, si sta prendendo cura degli alberi un po’ dimenticati e insieme abbiamo organizzato il baratto degli agrumi con il GAS Arcobaleno; voglio raccontarvi dei limoni di Antonio, un altro amico del cuore, che generosamente mi accompagna sempre al porto carica di questo oro procidano, dono di un pezzo della propria terra, perché io  possa portarla con me e sentirmi ancora a casa.

Voglio condividere la mia idea che, tramite questo baratto con il GAS Arcobaleno, di cui sono attivista, avvia un discorso ampio: grazie a Michele che ha deciso di darci fiducia, vorremmo coltivare nuovi progetti, far germogliare iniziative sostenibili, recuperare l’onore e la storia delle famiglie di questi meravigliosi orti, come quello di Villa Giulietta, diversi dai nostri, ma uniti nella voglia di  progettare, di credere ancora che si può dare un significato alla propria appartenenza, ai propri luoghi, con piccole grandi scelte che fanno il cambiamento. Vorremmo consegnare il profumo delle zagare al mare affinché lo conduca lontano a seminare un futuro pulito per la Procida meravigliosa da raccontare ancora. Un ringraziamento a tutti i procidani che conosco, chi più chi meno, al caloroso sorriso con cui mi accolgono o mi salutano, a coloro che mi aprono casa e il cuore, a Davide, Michele, Antonio, e tanti altri, al Capodanno speciale che ho trascorso in questi pochi giorni sulla  mia isola che c’è, ed il suo contorno per me.

2 Risponde a L’isola che c’è. Procida e i limoni del baratto

  1. Mariapaola Bianchini 17 gennaio 2014 a 11:10

    che dire ? Io ho fatto una torta con i limoni di Procida presi grazie al baratto che era una vera delizia!! Profumo intenso e risultato magico. Mi è rimasto qualche limone e faccio di sicuro il bis. Grazie Brunella: per i limoni, l’entusiasmo e le belle idee.

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  2. robert fogelberg 15 gennaio 2014 a 12:17

    Articcolo o meglio saggio molto ben scritto non vedo l’ora di venire a procida

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