Il mondo secondo il “Diario della tartaruga”

kiki2[di Cinzia Robbiano da Occhimentecuore]

C’è chi scrive libri per bambini e chi scrive libri sui libri scritti per bambini ma non penso assolutamente che venga fatto per i bambini. Penso che tutti quelli che si preoccupano tanto dei bambini in realtà si stiano preoccupando di se stessi, di tener insieme il proprio mondo e indurre i bambini ad aiutarli in questo compito, indurre i bambini a convenire che si tratta davvero di un mondo. A ogni nuova generazione di bambini bisogna dire: “Questo è un mondo, questo è quello che si fa, è cosi che si vive”. Forse la nostra paura costante è che arrivi una generazione di bambini a dire: “Questo non è un mondo, questo non è niente, e non c’è nessun modo di vivere”.
Diario della tartaruga, Russell Hoban

Diario della tartaruga è la storia una scrittrice di libri per ragazzi e di un librario e delle loro vite alla deriva. Sino a quando, davanti alla vasca delle tartarughe, matureranno un istinto e un’idea rivoluzionaria: rapire le tartarughe e liberarle in mare. Lessi questo libro nel 1986, allora pubblicato da Feltrinelli, ma lo ricordo ancora con dolcezza e trovo sia di una straordinaria attualità perché è una storia incantevole di solitudini urbane e di ricchezze interiori vissute nell’anonimato. Che oggi sono i blog a liberare.

Dalla rubrica “Vivere con i libri” di Cinzia Robbiano (Occhimentecuore)

3 Risponde a Il mondo secondo il “Diario della tartaruga”

  1. Camilla Pagani 7 agosto 2014 a 12:57

    Ne hanno fatto anche un film: Turtle Diary (in italiano: Tartaruga t’amerò), con la sceneggiatura di Harold Pinter, che tra l’altro appare nel film per qualche secondo. I due attori protagonisti erano Glenda Jackson e Ben Kingsley. Ottimo film e ottimo libro. Peccato non si trovi più in commercio in italiano.

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  2. cinzia 27 gennaio 2014 a 13:46

    allora lo legga. E’ edito da Giano. Un peccato che Feltrinelli lo abbia lasciato andare.

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  3. Lorenzo Canzanella 27 gennaio 2014 a 12:25

    se solo il libro è al pari dell’introduzione, l’autore si merita un mio profondo scroscio di applausi; condivido molto profondamente la sua riflessione.

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