Turismo intraurbano: fare comunità ed economia reale condivisa. L’esempio de Gli Enogastronauti.

Longobardi Enogastronauti 04.05.14 19[di Alessio Masone] Se digitiamo la parola “intraurbano” sui motori di ricerca del web, ci viene risposto: forse cercavi “extraurbano”. Siamo imbevuti di una cultura extraterritoriale che condiziona permanentemente le nostre attitudini, a prescindere se utile nel caso concreto. Il turismo verso altre città necessita dell’intermediazione dei grandi capitali che sono dietro a petrolio, compagnie aeree, autostrade, autoveicoli…

Si parla, poi, di turismo urbano solitamente, con una visione competitiva ed escludente, per attrarre visitatori da togliere alle altre città. In pratica, una guerra tra poveri che fa solo vittime.

Al contrario, il turismo intraurbano o interrionale, avvenendo nella propria città, incentiva l’attitudine all’inclusione del vicino e agevola un responsabile rapporto con l’altro.

Promuovendo il paradigma della filiera corta in ogni contesto, ne è esempio l’associazione culturale Gli Enogastronauti che ben sa valorizzare quel territorio che abbiamo a portata di mano ma che dimentichiamo a causa dei moderni stili di vita.

Coniugando il bisogno di comunità con l’esigenza di conoscenza culturale, qui si sperimenta una strada per creare nuova economia che è, al contempo, relazionale, territoriale e ambientale.

Questo mondo, con le sue emergenze economiche e sociali, ha bisogno di un cambiamento di rotta. Si incentiva da anni il turismo territoriale: prima con le sagre, poi con i percorsi enogastronomici, ma, finalmente, Gli Enogastronauti, a Benevento, hanno infranto il tabù di un turismo che si possa consumare internamente alla propria città. Su questo turismo intraurbano concorda il nostro movimento (vedi nostro articolo del 2009, a proposito del PUC di Benevento, L’Arcipelago pedonale come centro aggregativo e commerciale diffuso).

Di questo cambio di passo dobbiamo essere riconoscenti a Dolores Troisi e Stefania Iannace, perfezioniste animatrici de Gli Enogastronauti che riescono a mettere insieme beni culturali e beni alimentari, paesaggio urbano ed esercenti locali, fondendoli in eventi che producono aggregazione ed economia territoriale senza intervento delle istituzioni. Scansando anche l’intermediazione degli enti pubblici e utilizzando il SoldoCorto (moneta locale complementare), qui si conferma ulteriormente l’approccio alla filiera corta e all’economia reale condivisa, quella di piccola scala e territoriale.

Dal Manifesto di resistenza economica territoriale (2012, Distretto di EcoVicinanza).
PER UN TURISMO INTRAURBANO E INTRAPROVINCIALE CAPACE DI ECONOMIA CONDIVISA E COESIONE TERRITORIALE
Per la passeggiata del sabato, posso anche frequentare le STRADINE secondarie del centro storico E LE STRADE COMMERCIALI DEGLI ALTRI RIONI e dei paesi vicini,  invece dei centri commerciali extraurbani e delle isole pedonali delle grandi città:

- Come un viaggiatore meravigliato, se passeggio per le stradine e per le zone commerciali di altri rioni, che ho visto sempre dall’automobile, posso trascorrere alcune piacevoli ore relazionandomi con un misconosciuto paesaggio urbano.

- Frequentando, valorizzandoli, più spesso i rioni, alternativi all’isola pedonale del centro, gli amministratori saranno incoraggiati a realizzare un’isola pedonale minore per ogni rione, consentendo a tutti, compreso bambini ed anziani, di “raggiungere a piedi” sempre un’area pedonale e ai cittadini una mobilità dolce, a piedi o in bici, grazie a una rete di isole pedonali che agevolerà un turismo intraurbano (Arcipelago pedonale).

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Un esempio pratico di turismo intraurbano:
Fotoracconto del trekking urbano sulle tracce dei Longobardi a Benevento, con Gli Enogastronauti

Una risposta a Turismo intraurbano: fare comunità ed economia reale condivisa. L’esempio de Gli Enogastronauti.

  1. dolores troisi 27 maggio 2014 a 11:16

    Raramente ho il tempo per mettermi al computer di casa e dedicare tutto il tempo e tutte le parole scritte che vorrei. Fagocito e-mail, sms ed articoli dallo smartphone e rimando le risposte aspettando momenti di serenità intellettuale. Non avevo ancora avuto modo di ringraziare pubblicamente per questo articolo che mette in evidenza il lavoro che sto facendo con Gli Enogastronauti, lavoro che svolgo con la stessa passione con la quale siedo a creare le mie collane o a dare nuova vita a quelle delle amiche-clienti.
    Il progetto che con Stefania Iannace e tutti i ns. associati portiamo avanti, si rigenera giorno dopo giorno per l’amore che è sbocciato per questo territorio. Un amore che, come tutti gli amori, ci rende delle persone vivaci, che ci spinge a fare tutto il meglio possibile a favore dell’oggetto amato.
    Da Enogastronauti ci muoviamo con tutta l’umiltà di chi è alle prime armi, ma vuole fare bene, benissimo, per una forma di sincero rispetto nei confronti di chi partecipa alle nostre iniziative o di chi ne sa più di noi.
    La ns. idea nasce dal desiderio di realizzare un’antica convivialità e risvegliare un nuovo orgoglio di appartenenza. Dovremmo essere tutti ambasciatori entusiasti e comunicare la ns. terra con partecipazione emotiva. E allora Alessio ha colto proprio nel segno, con tutta l’empatia e l’acume di cui è capace. Ha letto il ns. spirito e ha dato vita, meglio anima, al suo ennesimo neologismo: “Turismo Intraurbano”. Ci piace, ci identifica, ci stimola.
    Ma in questi luoghi già si sa, Alessio è sempre avanti.
    Grazie ancora a tutti.
    Dolores Troisi

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