Serve ancora la cultura? Padre Albert inaugura a Tufara Valle il mese della cultura.

[di Mariapaola Bianchini] Domenica 19 ottobre 2014, si è svolta nel Centro di Cultura “Madonna del Rosario”, presso la parrocchia Santa Maria del Carmine di Tufara Valle, l’inaugurazione del “IL MESE DELLA CULTURA“, insieme di iniziative volute da Padre Albert Mwise per riflettere tutti insieme sul ruolo della cultura nella società di oggi.

foto padre albertPadre Albert ha invitato come relatori inaugurali il preside Giulio De Cunto e il sociologo Claudio Marotti. La riflessione sulla responsabilità sociale della cultura continuerà tutto il mese attraverso il contributo di chi vorrà esprimere il suo punto di vista confrontandosi con gli altri, per arrivare tutti insieme a elaborare idee e riflessioni da spendere in modo costruttivo nel quotidiano. Come diceva Albert Einstein, più volte nominato nel corso dell’incontro – nell’apprendimento sono coinvolti processi di imitazione; scopo dell’iniziativa quindi, oltre comprendere e sensibilizzare, tracciare nuove prassi comportamentali che siano d’esempio verso una società più valoriale e più proattiva. Questo vale soprattutto per i giovani - i nativi digitali – gli studenti della scuola attuale improntata ai contenuti piuttosto che ai processi.

Il preside De Cunto, che nelle sue scuole organizza di continuo iniziative che siano stimolo per i ragazzi, ha consapevolezza delle criticità  del sistema scolastico, ma ha fiducia. I giovani sono belli, sono capaci, sono desiderosi; è responsabilità degli adulti, insegnanti che siano prima di tutto umani, adattare il linguaggio e i metodi per avvicinarsi a loro, incuriosirli, animare l’entusiasmo, il dubbio, la creatività, la criticità. La sala ha condiviso con il preside la consapevolezza che cultura è conoscenza ma anche sistema personale di valori che guidano le azioni del quotidiano e che quindi devono essere semplicemente riportati al centro.

La stessa conclusione condivisa da Claudio Marotti, in una prospettiva sociale più ampia e generale che se da un lato svilisce per l’apparente punto di non ritorno – siamo in un’epoca come non mai educata alla passività, deresponsabilità, negatività del pensiero – dall’altro attiva, stimola alla riscoperta, invita a mettersi in discussione – si tratta di far dialogare la cultura umanistica con la cultura scientifica. Tutto questo ha senso solo e sempre in un discorso relazionaleil pensiero trova alimento e forza quando è espresso verbalmente agli altri così da trovare il confronto e il rinforzo: è restando con gli altri con atteggiamento di empatia e apertura che la cultura promuove cose belle.

Molti spunti interessanti anche dal pubblico che ha partecipato in uno scambio di riflessione reciproca e continua. Per chi volesse partecipare ai vari interventi, i programmi andranno avanti fino a metà novembre.

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E’ sconsigliato cliccare sulle foto in miniatura che qui seguono.

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