Verehia, l’associazione che promuove bellezza e cultura nel Sannio

verehia

Ci sono realtà in cammino che sorprendono. Nel corso della manifestazione “Benevento longobarda”, all’inizio della scorsa estate, mi sono imbattuta in ragazzi competenti, preparati, seri, che mi hanno guidata  alla scoperta di una Benevento inusitata e arcana. Un viaggio che mi ha davvero stupita e che consiglio a chiunque ritenga di voler approfondire la storia di una città tanto antica e fascinosa come la nostra.
“Verehia” (www.verehia.it) è un’associazione che lascia ben sperare sul futuro di Benevento, dopo tanta stasi culturale.
Ho rivolto qualche domanda ad Anthonyla Bosco, membro dell’ associazione, figura sensibile, bella.

Il futuro non è così oscuro, mi sono detta…

 

Nella foto, Anthonyla Bosco

 

Quando nasce Verehia e da dove questo nome?

Verehia nasce ufficialmente nel maggio del 2012 dalla volontà di alcuni giovani beneventani di mettere a disposizione le proprie competenze per favorire la rinascita e lo sviluppo della città, da un punto di vista culturale e turistico.
Il termine deriva dall’osco vero, tradotto in latino con porta, e significa “i Guardiani della Porta”. Essa, in età sannitica, era una istituzione prettamente sociale, composta dai giovani cosiddetti sacrati, che si occupava del bene comune della propria città.

Qual è lo scopo e la finalità dell’Associazione?

Essere parte di Verehia significa amare Benevento e il Sannio, le nostre origini, la nostra storia, la nostra arte, la nostra cultura, condividendone le emozioni attraverso il turismo e gli eventi.

Le vostre iniziative più importanti?
Abbiamo racchiuso le nostre iniziative sotto un’unica definizione, quella di #scopriamobenevento, progetto di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale del Sannio. Esso prevede l’ideazione e la realizzazione sia di percorsi emozionali, in cui narriamo tracce, miti e personaggi che hanno fatto la storia di Benevento e dei suoi monumenti, sia di eventi culturali, in cui fondiamo arte, teatro e gastronomia. Per il primo settore voglio ricordare i successi ottenuti con All’ombra di Manfredi (per i 750 anni della battaglia di Benevento), Incantesimi e Realtà e Janara. Per il secondo l’Aperitivo Archeologico, presso il complesso archeologico dei Santi Quaranta (un unicum in tutta la Campania) e la cena-racconto Dalla terra alla Terra, presso la fattoria didattica La Cinta. Inoltre, vantiamo altre due importanti collaborazioni: la prima con l’ ASL di Benevento, per il laboratorio di teatro/arte terapia Folletti lunatici e la seconda con il tour operator Word of South, per la realizzazione di un’agenzia per la promozione del territorio.

 

 

Di quale rivoluzione ha bisogno la “cultura”, oggi?

Nel mondo di oggi la cultura ha bisogno di essere sentita come una esigenza, come qualcosa di necessario, perché così è, anche se purtroppo soffre di un quasi totale disinteresse da parte di molti. Mi spiego meglio. Se abbiamo bisogno di qualcosa, se dunque necessitiamo di qualcosa, facciamo di tutto per ottenerla, ma un tale bisogno non viene avvertito in ambito culturale, perché la cultura viene vista come un elemento superfluo, di cui fare a meno. Eppure non dovrebbe essere così, e noi giovani siamo le vittime e i carnefici di questo disinteresse, mentre dovremmo essere i fautori di una rinascita vera. Se chiedessimo a un giovane di rinunciare ad una serata passata a bere con gli amici, per investire quel tempo in una serata culturale, la risposta, per molti ma non per tutti, sarebbe ‘no’. Oggi siamo fortunati perché la cultura si sta mettendo al passo con la tecnologia e soprattutto se ne sta servendo e, questo, è già un miracolo. Oggi la cultura si sta affidando alle più disparate forme di divulgazione e fruizione e anche questo è un miracolo…! La cultura è fruibile sui social e questo è ancora un miracolo… Insomma, il mondo della cultura si sta rivoluzionando, ma la vera rivoluzione spetta all’ uomo e alla sua sensibilità!

Cosa sta a significare, per voi, il termine “dal basso”?

Per noi di Verehia significa ripartire insieme. Ovvero, e questo potrebbe essere anche un appello, sediamoci tutti attorno ad un tavolo, istituzioni e operatori culturali, senza simpatie o antipatie varie, e progettiamo insieme la rinascita della nostra città. Le istituzioni sono le entità che muovono i fili, ma devono essere gli operatori e le loro competenze a dettarne le regole. Un politico non vive di cultura e turismo, mentre chi si adopera per realizzare anche un solo prodotto culturale e renderlo accattivante sì, e sa precisamente quali sono le vere esigenze e problematiche del settore o del territorio. Dunque ripartiamo dal basso, ripartiamo da chi già si adopera per la rinascita, senza imposizioni dall alto.

Progetti futuri?

Il 2017, per Verehia, potrebbe essere un anno molto ricco ed interessante. Continuate a seguirci sui nostri social e lo scoprirete.
www.facebook.com/Verehia www.twitter.com/verehia – www.instagram.com/verehia )

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