“Stand by me” e “Il cappellino” di Giuseppe Marco Albano

Giovedì scorso, per la rassegna “Cort’Ap”, è stato il turno del cortometraggio vincitore (ex aequo con “Dulce” di Ivan Ruiz Flores) del CineFort Festival del 2011: “Stand by me” di Giuseppe Marco Albano.

“Stand by me” – Trailer
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=4caOW9lW0cM]

Il caso ha voluto renderci spettatori anche di un altro corto dello stesso regista, “Il cappellino”, fuori programma, ma proiettato grazie ad un disguido tecnico.

“Il cappellino” – Trailer
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=WRwmhC5r_F0]

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“Il cappellino” – Per intero
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=xm_JUfH5_so]

Frutto del caso è anche l’arrivo del cappellino rosso che incoraggia Clara a ritornare finalmente a scuola dopo un lungo periodo di assenza dovuto alla chemioterapia. Assenza scolastica che il regista ripercorre allo stesso tempo del breve, ma piacevole, percorso di Clara verso la scuola.

A mio parere, il titolo “Stand by me”, all’infuori dei noti rimandi musicali (è mai possibile che non ci sia niente di meglio dei titoli di canzoni inglesi? Un altro corto del CineFort Festival del 2011 si chiama infatti “You belong with me”), considerato per il solo senso di quelle parole, sarebbe molto più appropriato a “Il cappellino”, vista la scena finale del ritorno in classe. In quella visione, Clara ritrova ad accoglierla le persone affettuose e cordiali incontrate lungo il cammino (il vigile, la ragazza col cane, la fioraia e gli sposi). Questi personaggi restano sullo sfondo dell’aula, come in risposta a un soggiacente richiamo di starle vicino.

Non è poi ben chiaro se con tanto frastuono i compagni di classe le stessero dando davvero il benvenuto. Clara resta con le mani poggiate sul banco e con la testa china. Il senso di oppressione è reso anche dallo sguardo della telecamera che dall’alto si abbassa sempre più addosso, per poi risollevarsi. Ecco che Clara, dopo quella simbolica oppressione e stordimento, alza la testa e sorride in modo esemplare, dando segno di grande forza d’animo. Ammirevole appare anche, durante l’intera mattinata, la determinazione e il contegno della bambina. La sua sofferenza è profonda e interiore, proprio quanto il suo male.

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