Manifesto delle librerie indipendenti e degli altri empori/ritrovi di resistenza artistica

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CITTADINANZA LIBRARIA NON DELEGATA
Per una creatività che sia già nel tratto di competenza del fruitore, quando ci si rapporta all’opera d’arte: già nel metodo, con cui acquistiamo un libro, possiamo essere coautori dell’opera e, di conseguenza, del mondo.
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Non più un’eccellenza assoluta dell’opera, calata dall’alto e uguale per tutti, quindi omologante, ma un’eccellenza relazionale che risiede anche nella fruizione non delegata del fruitore.
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Il mondo intellettuale e artistico non può prescindere dall’emergenza economica e sociale in corso. Ogni gesto culturale non può consistere in una fruizione puramente estetica e individualistica, ma deve essere capace di azione etica, in quanto capace di incidere sul mondo e sul bene comune.

Per il formato in pdf Manifesto librerie indipendenti

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Manifesto delle librerie indipendenti e degli altri empori/ritrovi di resistenza artistica

all’economia sovraterritoriale che sottrae identità, autodeterminazione e redditi ai territori
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Pratiche per una fruizione responsabile degli empori/ritrovi culturali corti:
LIBRERIE INDIPENDENTI
CINEMATOGRAFI DI CITTA’ INDIPENDENTI
EMPORI MUSICALI INDIPENDENTI
GALLERIE D’ARTE
CAFFETTERIE MUSICALI E ARTISTICHE
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– PER UNA CITTADINANZA NON DELEGATA CHE INIZI DA FRUIZIONI ARTISTICHE RESPONSABILI CAPACI DI REAGIRE ALLA CRISI ECONOMICA E SOCIALE
– PER UN APPROCCIO ESPERIENZIALE CHE CONSENTA IL MOMENTO CREATIVO ANCHE NEL RAPPORTO TRA PERCORSO DEL FRUITORE E OPERA
– PER UNA CITTADINANZA ARTISTICA NON DELEGATA CHE SOLLEVI DA QUELL’ECCELLENZA NELL’ARTE CALATA DALL’ALTO E OMOLOGANTE
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CITTADINANZA LIBRARIA NON DELEGATA
Per una creatività che sia già nel tratto di competenza del fruitore dell’opera d’arte: già nel metodo responsabile, con cui acquistiamo un libro, possiamo essere coautori dell’opera e, di conseguenza, del mondo.Non più un’eccellenza assoluta dell’opera, calata dall’alto e uguale per tutti, quindi omologante, ma un’eccellenza relazionale che risieda anche nella fruizione non delegata del fruitore.
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PER UNA RESISTENZA ARTISTICA ALL’ECONOMIA SOVRATERRITORIALE CHE SOTTRAE IDENTITÀ, COESIONE E REDDITI AI TERRITORI
1. Valorizzare librerie e sale cinematografi che indipendenti, a scapito di quelle i finanziate da capitali anonimi,
come quelle affiliate a catene di franchising o come i siti e-commerce di libri.
– Di quelle non indipendenti ne sono comproprietari, solitamente, persone e capitali che, estranei al territorio, non si relazionano ad esso e portano lontano i profitti (costi occulti), come se riscuotessero quotidianamente una tassa dalla popolazione locale, contribuendo all’attuale crisi economica.
– Coesione sociale è anche rendere l’acquisto un atto relazionale con gli esercenti che sono parte della nostra comunità territoriale.
– Gli empori/ritrovi culturali indipendenti sono portatori di biodiversità culturale, di identità territoriale e di economia condivisa.
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PER ACQUISTI CULTURALI CHE CONTENGANO MENO COSTI OCCULTI E PIÙ COSTI ARTISTICI ED ESPERIENZIALI
2. I consumi presso librerie e cinema indipendenti consentono meno funzionalità, ma maggiore esperienzialità
– Le librerie e i cinema indipendenti sono meno efficienti di quelli di catena e dei siti e-commerce di libri, ma consentono consumi culturali che nel prezzo contengono meno costi occulti e più costi artistici, quelli esperienziali con cui il fruitore, evitando la delega e partecipando in prima persona al cambiamento, diventa coautore dell’opera fruita, applicandosi ad essa nella porzione della filiera in cui può incidere.
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PER UN’IDENTITÀ DEI LUOGHI E UNA TUTELA DEL TERRITORIO
3. Valorizzare librerie, gallerie d’arte, ritrovi musicali e cinema ubicati in città, a scapito di centri commerciali e multisala cinematografi ci che compromettono il paesaggio agrario periurbano, rendendolo un non luogo, e che costringono all’uso dell’automobile.
– Il nostro benessere dipende anche dai luoghi che viviamo: solo in città, meglio se a piedi, sono possibili emozioni relazionali durante l’azione quotidiana delle compere.
– Le grandi strutture commerciali, collocate lungo le strade extraurbane, cancellando, al nostro sguardo, il paesaggio agrario, tendono a trasformare una cittadina, con una sua identità, in una città senza i ne e senza coni ne con altre località.
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PER UN’AUTODERMINAZIONE NEI CONSUMI CULTURALI E PER UN’ECONOMIA RELAZIONALE E TERRITORIALE
4. Evitare di acquistare d’impulso libri negli scaffali della grande distribuzione
– Acquistare libri è un gesto culturale, anche nella modalità: comprarli in luoghi, come i supermercati, che incentivano l’omologazione e i consumi compulsivi, a scapito dei salari del consumatore e dell’economia territoriale, non è coerente con un processo culturale e di emancipazione.
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PER UNA RESPONSABILITÀ SOCIALE CORTA, UNA REDISTRIBUZIONE DEI REDDITI E UNA BIBLIODIVERSITÀ LIBRARIA
5. Valorizzare librerie e ritrovi musicali del proprio rione (o della propria cittadina)
– Sono raggiungibili a piedi e, rendendo il rione più vivibile e più sicuro, agevolano una coesione sociale e un benessere diffuso.
– Ogni volta che un lettore compra un libro in luoghi diversi dalla libreria del proprio rione o della propria città, sta impedendo che uno specifico titolo o un genere di libro sopravviva nella libreria rionale e cittadina perché, ogni libro, che resta invenduto per 6/12 mesi, viene reso dal libraio all’editore e non farà più parte dell’assortimento.
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PER L’ATTITUDINE A UNA CITTADINANZA NON DELEGATA E PER UNA BIBLIODIVERSITÀ PROMOSSA DAGLI EDITORI INDIPENDENTI
6. Selezionare i libri da acquistare, tramite un percorso personale, senza affidarsi all’autore noto o ai grandi editori e senza delegare la scelta ai mass media che, con i loro suggerimenti, omologano i gusti e i percorsi personali
– Selezionare in prima persona i libri più idonei al proprio percorso, grazie all’approccio esperienziale, consente l’esercizio a essere coautori dell’opera (e del mondo) e a una cittadinanza non delegata.
– Dare spazio agli editori indipendenti, evitando le concentrazioni, consente un mercato librario meno omologato e più capace di cambiamento.
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PER UN’AUTODERMINAZIONE DELL’INDIVIDUO E DEL TERRITORIO E PER UN’ECONOMIA CAPACE DI GIUSTIZIA
7. Evitare l’acquisto di ebook e le promozioni che condizionano l’acquisto del libro
– Le convenienze pratiche sono sempre capaci di seduzioni (costi occulti) che comprimono il nostro percorso personale e territoriale.
– Ricordiamo sempre che compriamo un libro per un’opportunità, non di risparmio, ma di emancipazione e di autodeterminazione.
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PER PRODOTTI CULTURALI LEGATI AI PERCORSI PERSONALI
8. Valorizzare i testi scolastici e universitari che hanno accompagnato la nostra formazione e la nostra gioventù.
– Nessun prezioso oggetto d’arredamento o artistico, che non abbia un legame con il nostro vissuto, può sostituire i libri scolastici; invece di disfarsene o di metterli a deposito, conviene esporli in casa a testimoniare la nostra gioventù e per costituire delle valide opere di consultazione.
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PER UN’ARTE BIODIVERSA ED EMANCIPATA DALL’OMOLOGAZIONE
9. Frequentare librerie, gallerie e ritrovi musicali che ospitano eventi con autori e artisti non noti sui media nazionali.
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PER UN CONSUMO CULTURALE COERENTE CON L’IDENTITÀ TERRITORIALE, UNA TUTELA AMBIENTALE E UN’ECONOMIA CONDIVISA
10. Valorizzare i ritrovi musicali che somministrano prodotti del territorio e che non utilizzano stoviglie monouso.

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Resistenza artistica all’economia sovraterritoriale che sottrae identità, coesione e redditi ai territori
Il mondo intellettuale e artistico non può prescindere dall’emergenza economica e sociale in corso. Ogni gesto culturale non può consistere in una fruizione puramente estetica e individualistica, ma deve essere capace di azione etica, in quanto capace di incidere sul mondo e sul bene comune.
Il nazismo di oggi è rappresentato dal sistema finanziario e sovraterritoriale che sottrae identità e redditi alle popolazioni locali, ormai anche in occidente, mettendo in ginocchio ogni territorio.

valani di oggi sono gli esercenti indipendenti, ultimi attori dell’economia reale e territoriale (insieme ai produttori rurali): piccoli negozianti e artigiani che per salvare il posto di lavoro dei loro pochi dipendenti, mentre già stanno rischiando di perdere l’azienda e la casa, vivono con un reddito inferiore a quello dei loro dipendenti, lavorando per molte più ore di questi. Questo avviene nella grande indifferenza della popolazione e delle istituzioni, come accadeva, fino agli anni cinquanta, per i valani.

Parlare, oggi, con il senno di poi, di nazismo e di valani rischia di non realizzare un’azione culturale ma solo un’emozione omologante se solleva dal confrontarsi con il genocidio economico che si sta perpetrando nel mondo intero, sotto casa di ognuno. Agire su quello, che avviene adesso e che sfugge alla maggioranza, è un processo che si può responsabilmente definire culturale e capace di cambiamento.

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Alessio Masone
ALCUNI OBIETTIVI DEL MANIFESTO
Co-Libraio e coesione sociale grazie a questo Manifesto
Ogni lettore può configurarsi come Co-Libraio e compartecipe della libreria più vicina al suo sentire, agevolando le librerie indipendenti del territorio:
- per combattere la crisi economica, agevolando un’economia locale;
- per un’economia condivisa e territoriale;
- per una redistribuzione dei redditi;
- per una maggiore relazionalità tra librai-negozianti e lettori-consumatori;
- per una cittadinanza più attiva e meno delegata.
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La cittadinanza artistica non delegata 
Come nel consumo critico del cibo, si realizza un cittadino che non delega ma che cambia se stesso e, quindi, il mondo, così si necessita di una cittadinanza artistica non delegata.
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L’eccellenza nell’arte: nel rapporto tra il percorso del fruitore e l’opera
L’eccellenza non può risiedere nell’opera calata dall’alto, già confezionata e uguale per tutti: il momento creativo è anche nel rapporto che ogni singolo fruitore riesce a individuare, in prima persona, con approccio esperienziale (diventando coautore dell’opera e del mondo), tra il proprio percorso personale (la propria specificità) e l’opera fruita.
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Fruizione responsabile delle arti
Questo Manifesto costituisce uno strumento per portare, nel mondo dell’arte e delle attività culturali, il consumo critico, normalmente perseguito tramite un’economia di piccola scala, territoriale, inclusiva.
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Se si vuole il cambiamento, non possiamo pretendere che questo parta dalle persone più semplici o dai criminali, ma deve iniziare dal mondo intellettuale e dalla società civile che possono mettersi in discussione già durante i consumi culturali e nella fruizione delle arti.
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2010/2012 (versione aprile 2013) – PoeCivismo – Art’Empori – Libreria Masone Alisei – Benevento

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