Il coraggio di Liuba Scudieri fra “Tre donne al mare”.

tre donne al mare b[di Tullia Bartolini] Regge da sola un intero spettacolo, un’ora ricca di parole, gesti, suggestioni.

La fisarmonica di Davide Chimenti la accompagna lungo il percorso, complice, come a voler rendere leggero il peso del racconto: storie di donne al limite, in fuga.

Brava Liuba Scudieri, che si è mossa con grazia – e pure con forza – sul palco del Centro Sociale Depistaggio, alla presenza di un pubblico attento e numeroso, domenica 9 marzo scorso, a Benevento.

Presentava il suo ‘Tre donne al mare’,  scritto dopo anni di ricerche tra Procida, Orano e Marsiglia.

E lo ha fatto tracciando il percorso delle protagoniste col gesso, sulla lavagna; frecce che indicavano spostamenti, graffi dell’anima, da sud a nord, da est ad ovest, verso una  terra promessa.

“Quella cosa incredibile da farsi, per un ragazza, attraversare il mare e passare dal vecchio al nuovo mondo per raggiungere colui che ama: quella cosa io la farò”.  La frase tratta dal film di Truffaut, ‘Adele H., si sposa bene col senso dello spettacolo di Liuba.

E’ anche lei, dopotutto, questa coraggiosa ragazza che si dona al pubblico con i capelli raccolti e le spalle nude. Ha uno sguardo in fiamme, quando ci parla di Giuseppina, donna procidana che lascia Marsiglia per raggiungere il marito in America;  e di Venturina che, invece, vuol arrivare a Procida dall’Algeria e s’imbarca su una nave merci. E poi c’è Emma, giovane nigeriana partita a piedi dal suo villaggio, sul delta del fiume Niger, per raggiungere il suo amore, che vive in Europa.

Sogni, illusioni, ferite. Vite difficili, borderline, sofferte. Apparentemente solo sullo sfondo, eppure presente,   una città che Liuba conosce bene: Marsiglia. Ci vive da anni: la immagino salire lungo i vicoli del Panier, o guardare da una panchina a strapiombo sulla costa l’isola d’If risplendere nel mare.

Marsiglia: da sempre terra di rivoluzionari e di libertà, di approdi e ripartenze. Le donne di Liuba sono vere, i loro ritratti nascono da testimonianze di vita vissuta, da storie che Liuba ha ascoltato, facendole sue.

Rappresentato in Francia e in varie città italiane, ‘Tre donne al mare’ è dedicato, come dice Liuba, “a Esceth Ekos, la ragazza che cercò di attraversare il mare, e a Asik Tuygun, il giovane capitano che ne recuperò il corpo il 16 aprile 2009, nel tratto di mare che separa la Tunisia dalla Sicilia”.

Una risposta a Il coraggio di Liuba Scudieri fra “Tre donne al mare”.

  1. brunella 11 marzo 2014 a 8:20

    brava Tullia! adesso dobbiamo solo cercare di protarla a Procida, e vieni pure tu!

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