Sapori di carta. Cibo in libreria.

cenabaratto-131213-b[di Brunella Severino] Chi ricorda il film tratto dall’omonimo libro “Farenheit 451”? Il regime di quella società fantascientifica proibiva la lettura e la diffusione di libri che incendiava in grandi falò pubblici, arrestando i trasgressori della Resistenza. Alcuni di questi coraggiosamente imparavano ciascuno un’opera a memoria per tramandarla ai posteri! Oggi, nel 2013, per fortuna nessuno appicca più il fuoco ai libri: per la maggioranza delle persone, questo prezioso oggetto porta ancora in sé quel sentimento di rispetto e di sacralità, soprattutto se si tratta di volumi antichi, tant’è che per disfarsene vengono piuttosto regalati o riciclati.
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Tuttavia non ci rendiamo conto delle “micce” disseminate intorno a noi, e che dobbiamo impegnarci e disinnescare. Mi riferisco a fatti incresciosi ed allarmanti come la progressiva chiusura di librerie indipendenti e biblioteche storiche, ad esempio quella di Monte di Dio a Napoli: chi si prenderà cura dei preziosi libri e li salvaguarderà dall’estinzione e probabile totale sostituzione da parte di surrogati digitali e multimediali?
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Non ho nulla contro il progresso tecnologico e la diffusione della Rete, che ha indiscutibilmente i suoi vantaggi e benefici, ma non posso fare a meno di associarmi a coloro che da tempo lanciano l’allarme di un abuso, spesso esclusivo uso, della comunicazione e fruizione tecnologica, a discapito delle relazioni faccia a faccia, occhi negli occhi, e non attraverso una  web cam o immagini sempre più allucinogene pur di attrarre.
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E vogliamo parlare del profumo della carta, del piacere tattile di sfogliare un libro, del piacere visivo di una buona rilegatura? Delle recensioni di esperti illustri, cui affidiamo le nostre scelte, o dello stesso libraio che per generazioni ha rappresentato l’amico fidato che ha guidato gli acquisti per il nostro sapere? Per me ancora oggi, la libreria Masone di Benevento rappresenta un luogo sacro, dove respiro un’atmosfera di “casa”, dove i miei occhi non si stancano mai di esplorare, scoprire e curiosare.
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E ringrazio la sensibilità del nostro libraio che, anni fa, prima ancora dell’aggravarsi della crisi, ha avuto la sensibilità di istituire un movimento, il distretto di EcoVicinanza, che, in un’esplosione di geniali e fantasiose intuizioni ed iniziative, ha saputo aggregare altre anime sensibili, stimolando menti e cuori “aperti”, e creando nella nostra provincia una nuova Resistenza suggellata dalle Notti di Resistenza libraria-barattaria che, con grande successo, rappresentano alcuni dei numerosi eventi alternativamente culturali proposti dal movimento. Siamo un gruppo crescente di amici, intorno alla libreria Masone, vicini e lontani, sì perché grazie alla tecnologica mailing list, ai siti come Art’Empori, ci stanno conoscendo persone dall’Italia e dal mondo, grazie alla condivisione, mia fra tante, quando “linkiamo” ai nostri amici gli eventi e tutto ciò che organizziamo.
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Quello che io desidero comunicare, anche con queste righe, è la fiducia, oltre la speranza, in quello che stiamo portando avanti con il distretto di EcoVicinanza: il poecivismo, il consumo critico, le scelte responsabili come il Gruppo di Acquisto Solidale (GAS). Mi piace cucinare con gli altri cucinieri della cenabaratto del venerdì sera, dove noi “gasati” condividiamo, anche con ospiti estemporanei, altri sapori: ricette antiche o inventate, con i prodotti della Resistenza agricola dei produttori del GAS Arcobaleno.
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La tavolata che si improvvisa, una volta chiusa la libreria, è unica e irripetibile, per le note di allegria, per il consapevole e responsabile messaggio di consenso al libraio Alessio Masone, la nostra bussola, in una Resistenza che ci fa sentire esistenti e dissenti in quest’epoca di scandaloso declino dei valori, dove mancano concreti orientamenti e contenuti. Noi siamo diretti verso scelte in cui crediamo, che danno un senso e uno spazio alle nostre idee e ai sentimenti: sì perché in questo gruppo ci vogliamo bene di un’amicizia sincera, senza interessi e secondi fini o speculazione alcuna, perché ci accomuna la voglia di sentirci bene in un luogo e in un tempo significativi per tutti i nostri sensi che ci fanno ancora sentire il sapore delle cose, il sapore della carta sulla quale vogliamo scrivere la nostra storia, e magari il romanzo della nostra vita.

Una risposta a Sapori di carta. Cibo in libreria.

  1. tullia 3 gennaio 2014 a 17:58

    bel pezzo ,brunel
    la , che condivido appieno !

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